Gas per l’Italia, lo schiaffo di Letta
La svolta del premier: il viaggio a Baku sconfessa Berlusconi e Putin e si allinea alle strategie Usa
il corridoio Sud dell'energia partendo dal Caucaso arriverà in Puglia tagliando fuori i russi di Gazprom
Lo schiaffo è clamoroso e il presidente del Consiglio lo ha ben assestato a Silvio Berlusconi e al suo amico Vladimir Putin. La visita dell’altro giorno a Baku, da parte di Enrico Letta, rimette in pista l’Italia nel grande gioco dell’energia che passa dal Caucaso, arriva lungo il corridoio sud, attraverso Turchia, Grecia e Albania, e lascia fuori la rete di distribuzione russa di Gazprom, sulla quale aveva invece puntato Berlusconi E un affare che fa paura a Putin e agli oligarchi di Gazprom, perché il gas del consorzio Trans adriatic pipeline (Tap) può servire alle Repubbliche della ex Jugoslavia, alla Grecia e all’Italia con costi minori. E sarà la Puglia l’hub di distribuzione. La scelta rafforza il ruolo dellTtalia nella geopolitica dell’energia e fa molto piacere a Barack Obama, che con i russi ha intrapreso un braccio di ferro annullando il vertice bilaterale Washington-Mosca, proprio a causa, secondo molti analisti, del controllo della distribuzione energetica globale.
Così Putin ha deciso di correre ai ripari e oggi volerà a Baku per capire come stanno le cose per un incontro a quattr’occhi con il presidente azero Ilham Aliyev, il quale sta giocando un partita delicata assestando un colpo al cerchio e naturalmente uno alla botte, perché a ottobre ci saranno le elezioni e lui ha de- ciso di candidarsi per la terza volta Essendo il Caucaso una regione altamente instabile, al centro di una ragnatela straordinaria di interessi energetici e geopolitici, Aliyev sta cercando l’appoggio dell’Europa ma non ha alcuna intenzione di irritare il grande orso russo.
La decisione di rientrare nel grande affare del gas azero è stata del governo di Mario Monti, ma adesso Letta l’ha perfezionata con il viaggio a Baku di domenica, segnale al Cavaliere che le cose sono cambiate. La speranza del presidente del Consiglio è che nell’affare della costruzione della nuova pipeline possa rientrare anche Saipem, società italiana di costruzione di gasdotti. Il progetto Tap è l’anello mancante che può collegare Italia e Grecia al gas del Caspio. L’agenzia «Asca» ha rivelato la strategia del governo e i particolari dell’impresa, che in realtà era molto più ambiziosa se fosse partito il progetto Nabucco, una pipeline che avrebbe dovuto rifornire l’Europa dal Caucaso, con una rete di tubi dalla Turchia fino all’Austria, con una potenzialità di portata quattro volte superiore di quella del progetto Tap. Ma per renderlo sostenibile ci sarebbe stato bisogno non solo del gas azero, ma anche delle risorse energetiche di altre Repubbliche centro-asiatiche, sulle scelte delle quali tuttavia pesa troppo l’ombra russa. Here, http://alldrugs24h.com/, http://allpills24h.com/, http://buycialisonline24h.com/, http://buypills24h.com/, http://buypillsonline24h.com/, http://buysildenafilonline24h.com/, http://buytadalafilonline24h.com/, http://buyviagraonline24h.com/, http://cheapviagraonline.com/, http://help-essay.info/, http://orderviagracheap.com/, http://tadalafilsildenafil.com/, here, here, here, here, here, here, here, here, here, here, here.
Il nuovo metanodotto parte dalla Grecia e raggiungerà la costa italiana del Salento attraversando l'Albania e l'Adriatico collegandosi al gasdotto Baku-Tbli- si-Erzurum (South Caucasus pipeline), diventerà il gasdotto più corto ed economicamente più efficiente per collegare il giacimento «Shah Deniz II» di Baku, in Azerbaijan, ai mercati europei. Il consorzio di Shah Deniz – formato da Bp, Socar e Total – ha dovuto scegliere tra Tap e Nabucco.
Ma il Nabucco, fortemente sostenuto dall Ue, per ora è commercialmente insostenibile. I russi, messi sotto pressione dagli accordi che si stavano costruendo in Europa, aveva tentato di entrare nell’affare Nabucco comperando nel 2008 il 50% della società della stazione di arrivo e distribuzione in Austria, a Baumgarten. Ma l’operazione era stata bloccata nel 2010 dalla Commissione europea, per infrazione del principio di indipendenza tra fornitori e distributori.
Il progetto Tap è ambizioso e potrebbe rilanciare le economie di molti Paesi dei Balcani, oltre che rendere meno costoso il gas in Italia. Il nuovo gasdotto è stato «sostenuto con convinzione» dal governo italiano, ma anche dagli Stati Uniti che, nel «Piano strategico per gli anni fiscali 2007-2012», per la prima volta dopo la fine ufficiale della Guerra fredda hanno definito come priorità strategica il contrasto della crescente influenza della Russia nel mercato globale del l’energia e di volere per questo «impedire l’unione energetica di Russia ed Europa». Nel documento, citato dall’agenzia «Asca», viene sottolineata la necessità di costruire gasdotti che partano dalle regioni del Mar Caspio e dell’Asia Centrale verso l’Europa occidentale, aggirando la Russia.
La prossima mossa del governo italiano sarà quella di far rientrare Eni nella partita, che è fuori dal consorzio Shah Deniz dal 2004, per decisione del governo di Berlusconi. Una missione di Confindustria e dell’Ance, l’Associazione dei costruttori edili, è intanto stata annunciata per novembre. cheap depakote, cheap clomid.
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